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Crepet sugli effetti collaterali dell'intelligenza artificiale: "La demenza, diventiamo scemi, perché rallenta qualsiasi funzione cognitiva"

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 7 ott
  • Tempo di lettura: 1 min
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Lo psichiatra Paolo Crepet torna a far discutere sull’uso della tecnologia tra i banchi. Intervenuto a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1, approva il divieto totale di smartphone durante l’orario scolastico, con consegna all’ingresso e restituzione solo all’uscita, per tutelare le capacità cognitive degli studenti e combattere la dipendenza digitale.


L’affondo più duro riguarda l’intelligenza artificiale, definita da Crepet 

“un banco dei pegni dove tu lasci la tua intelligenza e in cambio ti danno delle comodità”.

Paolo Crepet lancia un allarme sul ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nella vita dei giovani. Secondo lo psichiatra, affidarsi agli algoritmi rischia di avere conseguenze devastanti sulla mente delle nuove generazioni.


Le conseguenze, ha spiegato, sarebbero:

La demenza, diventiamo scemi, perché rallenta qualsiasi funzione cognitiva”

Crepet cita anche ricerche del MIT che metterebbero in luce un calo misurabile del Q.I. in chi delega le proprie capacità mentali agli strumenti digitali.

“Se il suo cervello lo delega ad un algoritmo, di sicuro il suo Q.I. scende, questo è sicuro”.

L’avvertimento dello specialista non riguarda solo gli studenti, ma l’intera società contemporanea.


Oggi decine di migliaia di giovani sostituiscono le relazioni umane con interazioni virtuali. Per lo psichiatra, è fondamentale allenare la mente attraverso esperienze reali, creatività e immaginazione, capacità che l’uso passivo della tecnologia rischia di soffocare. Solo attraverso la valorizzazione della fatica intellettuale si riuscirà a combattere il declino cognitivo causato dall’IA.

 
 
 

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