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Troppo caldo a settembre: a scuola si torna ad ottobre? Genitori in allarme: “Così non reggiamo”

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 12 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

De Patto Debora

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L’ipotesi di rinviare l’inizio dell’anno scolastico di 2-3 settimane accende il dibattito nazionale. Il sindacato Anief rilancia la proposta per motivi climatici e didattici, ma i genitori protestano: “Chi terrà i nostri figli mentre lavoriamo?”


L’estate è appena iniziata, ma già si discute del rientro tra i banchi. Tradizionalmente, le scuole riaprono nella seconda settimana di settembre, ma un'ipotesi avanzata dal sindacato Anief potrebbe rivoluzionare il calendario scolastico: posticipare l’inizio delle lezioni di due o tre settimane, con il rientro degli studenti previsto a ottobre.


A lanciare la proposta è stato Marcello Pacifico, presidente di Anief, che ha sollevato la questione del benessere psico-fisico di studenti e docenti alle prese con temperature elevate nei primi giorni di scuola, quando in molte regioni le aule si trasformano in vere e proprie serre, spesso prive di aria condizionata.

“Fare lezione con 30 gradi, soprattutto per i bambini, è un problema serio. Ritardare il rientro significherebbe garantire un ambiente più sano e favorevole all’apprendimento”, ha dichiarato Pacifico.

Secondo il sindacato, i vantaggi sarebbero molteplici:

  • Meno stress da caldo per alunni e insegnanti

  • Più tempo per i corsi di recupero e attività estive

  • Organizzazione più efficace del nuovo anno scolastico


Tuttavia, la proposta ha subito sollevato forti preoccupazioni tra le famiglie. Molti genitori temono un ulteriore allungamento della pausa estiva senza un’alternativa di assistenza per i figli, con l’aggravante del lavoro che, per la maggior parte, riprende regolarmente già a fine agosto o inizio settembre.


Inoltre, un rinvio dell'inizio comporterebbe inevitabilmente uno slittamento della chiusura dell’anno scolastico, con conseguenze su esami, vacanze estive, e persino l’organizzazione dei centri estivi e delle attività sportive.


Per ora, nessuna Regione ha formalmente aderito alla proposta, ma l’ipotesi potrebbe tornare sul tavolo nei prossimi mesi, anche in considerazione dell’emergenza climatica e dei picchi di calore sempre più frequenti a settembre.


Il calendario attuale, infatti, vede già una differenziazione tra le Regioni: si parte l’8 settembre a Bolzano e si arriva al 16 settembre in Calabria e Puglia.


Posticipare di altre tre settimane significherebbe far partire l’anno scolastico attorno al 7-10 ottobre, con ripercussioni ancora tutte da valutare.

 
 
 

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