Violenza a scuola: un crollo che fa notizia !
- Confronto Scuola
- 7 giorni fa
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Per anni il tema delle aggressioni al personale scolastico è stato il simbolo di una scuola lasciata sola, esposta, spesso delegittimata. Oggi, per la prima volta, i numeri raccontano una storia diversa.
Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nei primi quattro mesi dell’anno scolastico 2025/2026 gli episodi di violenza contro il personale della scuola sono diminuiti dell’81% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.Un dato che colpisce, soprattutto se inserito in una prospettiva più ampia.
Tra settembre e dicembre 2025 sono state registrate solo 4 aggressioni, contro le 21 dello stesso periodo del 2024. Guardando alla serie storica degli ultimi tre anni, la tendenza appare chiara:
71 casi nel 2023/2024
51 casi nel 2024/2025
una drastica contrazione nell’anno in corso
Non si tratta più di una semplice fluttuazione statistica, ma di un segnale che merita attenzione.

Dove avvengono le aggressioni (e dove no)
Un altro elemento sorprendente riguarda la distribuzione territoriale. Nei primi quattro mesi dell’attuale anno scolastico, gli episodi si sono concentrati esclusivamente in due regioni:
Emilia-Romagna: 2 casi
Piemonte: 2 casi
Tutte le altre regioni italiane registrano zero episodi. Un dato che segna una netta discontinuità rispetto al passato, quando il fenomeno risultava molto più diffuso. Solo lo scorso anno, il Lazio contava 11 aggressioni, la Lombardia 7 e il Piemonte 6.
Le vittime restano prevalentemente i docenti, seguiti da dirigenti scolastici e personale ATA. Gli aggressori? Nella maggior parte dei casi familiari degli studenti, e solo in misura minore gli alunni stessi. Un dettaglio che continua a porre interrogativi profondi sul rapporto scuola–famiglia.
Più tutele, più conseguenze
Il calo degli episodi non arriva per caso. Negli ultimi anni il quadro normativo è cambiato in modo significativo.Con la legge n. 25 del 4 marzo 2024, il legislatore ha introdotto aggravanti specifiche per i reati di violenza e oltraggio contro il personale scolastico. Le sanzioni economiche possono arrivare fino a 10.000 euro, con un principio chiaro: chi aggredisce la scuola ne risponde anche sul piano simbolico e istituzionale, risarcendo il danno d’immagine subito.
A questo si aggiunge l’estensione dell’arresto in flagranza di reato per le aggressioni nei confronti di docenti e dirigenti scolastici. Un messaggio netto: la scuola non è una zona franca.
Il ruolo del monitoraggio
Un passaggio fondamentale è stato l’avvio di un monitoraggio strutturato. Dal 2023 il MIM raccoglie dati sistematici sugli episodi di violenza, superando finalmente la logica delle percezioni e delle cronache isolate.Nel 2025 è stato istituito anche l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, che coinvolge più ministeri e ha il compito di analizzare il fenomeno in modo continuativo.
Come ha dichiarato il ministro Valditara, la sicurezza di chi lavora nella scuola è diventata una priorità politica. E i numeri, almeno per ora, sembrano confermare che qualcosa sta cambiando.
Le conclusioni (quelle che contano)
Il dato è incoraggiante, ma non va letto con trionfalismo. Quattro aggressioni sono comunque quattro di troppo.Il calo suggerisce che norme più chiare, sanzioni effettive e un maggiore presidio istituzionale possono funzionare. Ma la vera sfida resta culturale: ricostruire il rispetto verso chi educa, insegna, guida.
La scuola non può essere difesa solo dai codici penali. Serve un’alleanza educativa reale, che coinvolga famiglie, studenti e istituzioni.I numeri oggi sorridono. Sta a noi fare in modo che non sia solo una parentesi statistica, ma l’inizio di una nuova normalità.


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