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Stop agli smartphone anche in gita: la scelta radicale del Liceo Buonarroti di Monfalcone

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 20 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

di De Patto Debora

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Dal 1° settembre 2025, al Liceo Scientifico “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone entrerà in vigore un divieto assoluto di utilizzo degli smartphone e di ogni altro dispositivo personale: non solo durante le lezioni, ma anche negli intervalli, nei laboratori, nei progetti pomeridiani e persino nelle gite scolastiche. Una decisione che va oltre la circolare ministeriale n. 3392 di giugno, trasformando un obbligo in un manifesto educativo.



Una scelta che accende il dibattito


Con la comunicazione n. 964 del 18 agosto 2025, il dirigente scolastico Vincenzo Caico ha presentato il provvedimento come un patto di comunità: non un semplice divieto, ma un invito a riscoprire la profondità delle relazioni umane. «Mettere via lo smartphone significa restituire profondità a ciò che facciamo: ascoltare davvero, capire meglio, discutere con più energia», scrive nella circolare.



Il contesto normativo


Il divieto nazionale imposto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, operativo dall’a.s. 2025/26, si inserisce in un contesto europeo dove Francia e Svezia hanno già adottato misure analoghe. Il Buonarroti, però, sceglie di andare oltre: non solo applicazione della norma, ma sperimentazione culturale.



Cosa cambia rispetto al passato


Fino all’anno scorso, era possibile utilizzare i dispositivi per fini didattici con l’autorizzazione del docente, oppure durante gli intervalli. Ora non più: dal 1° settembre il divieto sarà totale, senza eccezioni.



Un approccio pedagogico e relazionale


Il provvedimento affonda le radici in studi che mostrano come l’uso compulsivo dei dispositivi digitali riduca concentrazione, memoria e qualità delle relazioni. «Senza schermi di mezzo, le conversazioni diventano più vere», afferma Caico, sottolineando che la scelta non rappresenta un rifiuto del digitale, ma un allenamento alla consapevolezza.



Verso un modello nazionale?


Il “caso Buonarroti” si candida a diventare un riferimento per il dibattito nazionale: misura restrittiva per alcuni, scelta coraggiosa per altri. Resta il messaggio finale del Dirigente scolastico: «Oggi, insieme, scegliamo di crescere».

 
 
 

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