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STOP AGLI SMARTPHONE ANCHE ALLE SUPERIORI: LA CIRCOLARE MINISTERIALE CON ECCEZIONI E SANZIONI

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 7 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

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A partire dall'anno scolastico 2025-2026, l'uso dei telefoni cellulari sarà vietato nelle scuole superiori durante l'orario scolastico, inclusa l'attività didattica. Questa decisione è stata ufficializzata con una circolare del Ministero dell'Istruzione e del Merito, rappresenta un rafforzamento delle misure già in vigore per il primo ciclo (scuole primarie e secondarie di primo grado) e mira a contrastare l’uso improprio dei dispositivi digitali in ambito scolastico.


Motivazioni scientifiche: l’impatto negativo su apprendimento e salute

La circolare si fonda su solide evidenze scientifiche. Tra i riferimenti principali:

  • Il rapporto OCSE 2024 (From decline to revival), che segnala una correlazione tra uso eccessivo di smartphone/social media e il calo delle competenze scolastiche, in particolare nei punteggi PISA.

  • Il rapporto dell’OMS 2024, che documenta un aumento dei casi di dipendenza da social media tra adolescenti, con effetti come perdita di autocontrollo, trascuratezza delle attività quotidiane e sintomi da astinenza.

  • I dati dell’Istituto Superiore di Sanità, che evidenziano come oltre il 25% degli adolescenti faccia un uso problematico dello smartphone, con ripercussioni su sonno, concentrazione e relazioni sociali.


Aggiornamento dei Regolamenti scolastici e sanzioni

Le istituzioni scolastiche sono ora tenute ad aggiornare i propri regolamenti d’istituto, nonché il patto di corresponsabilità educativa sottoscritto con le famiglie, prevedendo sanzioni disciplinari specifiche in caso di violazione del divieto. In base all’autonomia organizzativa, ciascuna scuola potrà definire le modalità attuative della norma, con l’obiettivo di garantire ambienti scolastici liberi da distrazioni digitali e più favorevoli all’apprendimento.


Eccezioni Ammesse e Uso di Altri Strumenti Digitali

La circolare prevede deroghe specifiche al divieto, nei seguenti casi:

  • Studenti con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), per i quali l’uso dello smartphone è previsto nei piani educativi personalizzati;

  • Motivate necessità personali, da valutare caso per caso;

  • Indirizzi tecnici e professionali a indirizzo informatico e telecomunicazioni, per i quali l’uso dei dispositivi mobili rientra nell’attività curricolare.

  • Resta consentito l’utilizzo di altri strumenti digitali (PC, tablet, LIM) per finalità didattiche, nell’ambito delle attività progettate dai docenti.


Un modello Europeo: l’Italia capofila nella Regolamentazione

L’estensione del divieto si inserisce anche in un contesto europeo in evoluzione. Il 12 maggio 2025, l’Italia ha presentato a Bruxelles una proposta per vietare l’uso degli smartphone nelle scuole europee fino ai 14 anni, già sottoscritta da Austria, Francia, Ungheria, Slovacchia e Svezia, con il sostegno annunciato di altri Paesi come Lituania, Cipro, Grecia e Belgio.

  • La Francia ha introdotto il divieto totale già nel 2018;

  • La Finlandia, nel 2025, ha approvato una normativa che limita l’uso dei cellulari durante l’orario scolastico, salvo approvazione degli insegnanti;

  • La Spagna presenta una situazione disomogenea, con interventi attuati su base regionale.


Valditara: “Ragazzi da riportare a carta e penna”

Il ministro Valditara, intervenuto in più occasioni televisive, ha ribadito la valenza educativa della misura, sottolineando che “il cellulare ha un impatto senz’altro negativo sul piano scolastico” e che è necessario riabituare gli studenti all’uso del libro, della carta e della penna.

Tra i dati più preoccupanti segnalati dal Ministro:

  • Accesso precoce a contenuti inappropriati (anche da parte di bambini di sei anni);

  • Il 38% degli adolescenti con disturbi del sonno legati all’uso dello smartphone;

  • Triplicazione del tasso di bocciature tra gli studenti che fanno un uso eccessivo dei dispositivi.


Il Ministro ha infine rilanciato la proposta di vietare l’accesso ai social network sotto i 15 anni, auspicando un rapido iter parlamentare della proposta di legge bipartisan attualmente in discussione.


 
 
 

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