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🧨 “Se salti l’orale, bocciato!” – Valditara infiamma la maturità. Presidi e studenti sul piede di guerra. Una nuova miccia accende il dibattito sull’Esame di Stato: il Ministro annuncia la stretta

  • Confronto Scuola
  • 12 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Redazione Confronto Scuola – Luglio 2025

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Una nuova miccia accende il dibattito sull’Esame di Stato: il Ministro annuncia la stretta sugli studenti che rifiutano il colloquio finale. Ma la scuola reale risponde: “Serve dialogo, non repressione.”


“Chi farà scena muta all’orale sarà bocciato”.

È questa la frase shock con cui il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato una possibile riforma della Maturità a partire dal 2026. Ma la reazione della scuola non si è fatta attendere: presidi, studenti e associazioni parlano apertamente di repressione, disagio e mancanza di ascolto.



Il caso che ha acceso la miccia: 3 studenti su 60 promossi senza fare l’orale


In Veneto tre studenti – tra cui Gianmaria Ferretto (Padova) e Mattia Pivato (Treviso) – si sono presentati all’esame con 60/100 già in tasca grazie ai due scritti e al credito scolastico. Hanno scelto di non sostenere il colloquio orale come forma di protesta verso un sistema scolastico che, a loro dire, non li rappresenta.


Risultato? Promossi, secondo quanto previsto dall’attuale ordinanza ministeriale n. 67/2024.



I Dirigenti scolastici rispondono al Ministro: “Le regole non le fa a parole”


Armando Tivelli, presidente veneto dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi), replica con fermezza:


“La legge parla chiaro: se uno studente ha 60 punti può anche fare scena muta. Le parole del Ministro lasciano il tempo che trovano.”

Anche Paola Bortoletto, presidente nazionale Andis, denuncia:


“La protesta è solo la punta dell’iceberg. Serve ascolto, non punizione.”


La voce degli studenti: “Non siamo numeri, vogliamo essere ascoltati”


Maddalena Bianchi, studentessa di Belluno, è tra le protagoniste della protesta:


“Non volevo boicottare, ma farmi ascoltare. La scuola deve ritrovare umanità.”

Anche la Rete degli Studenti Medi difende i ragazzi:

“La risposta del Ministro è repressiva. Si usa la paura, non il dialogo.”


La maturità è un esame o una punizione?


Il vero tema, come sottolinea la prof.ssa Bortoletto, è pedagogico:

“Serve ripensare l’esame in modo più formativo e meno punitivo. Valorizzare lo studente, non schiacciarlo.”

Le proteste accendono un problema profondo: la scuola come luogo di valutazione o di crescita?

La riforma annunciata da Valditara potrebbe cambiare radicalmente l’Esame di Stato, ma, senza un vero confronto, il rischio è di aggravare il malessere.


 
 
 

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