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Maturità, studentessa esclusa perché sorpresa con cellulare nascosto. Aveva certificato un disturbo d’ansia connesso a un “rapporto simbiotico con la madre”: il TAR respinge il ricorso dei genitori

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 2 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

di De Patto Debora

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Il TAR dell’Umbria ha confermato l’esclusione di una studentessa dagli esami di Stato per uso del cellulare durante la prima prova scritta, ritenendo legittima e proporzionata la sanzione. Respinte le giustificazioni dei genitori, tra cui un certificato medico che parlava di ansia da distacco. La sentenza richiama la normativa ministeriale che vieta tassativamente ogni dispositivo elettronico durante le prove.



Esclusione per uso del cellulare: i fatti


Durante la prima prova scritta della maturità 2025, una studentessa di un liceo umbro è stata colta dalla commissione mentre utilizzava uno smartphone nascosto, nonostante ne avesse già consegnato un altro. Il dispositivo era acceso e la violazione è stata segnalata in un verbale ufficiale redatto intorno alle 9:40, circa mezz’ora dopo l’inizio della prova.

Dopo aver consultato il dirigente scolastico e gli ispettori tecnici, la commissione ha escluso la candidata da tutte le prove successive, applicando quanto previsto dalla normativa ministeriale: chi usa dispositivi elettronici durante le prove viene automaticamente escluso.



Il ricorso e le giustificazioni respinte


I genitori hanno presentato ricorso al TAR, sostenendo che l’uso del cellulare era legato a una patologia certificata: un disturbo d’ansia connesso a un “rapporto simbiotico con la madre”. Il medico curante aveva indicato che il contatto costante con la genitrice, tramite telefono, era necessario per evitare crisi d’ansia.

Tuttavia, il TAR ha evidenziato che nessuna richiesta era stata formalizzata durante l’anno scolastico per attivare strumenti compensativi o un PDP. Di conseguenza, la giustificazione è stata considerata tardiva e inidonea ad annullare la sanzione.



Sentenza n. 360/2025: sanzione legittima e proporzionata


Il Tribunale ha ribadito che il semplice utilizzo di un dispositivo elettronico costituisce violazione sufficiente per l’esclusione, indipendentemente dal fatto che lo strumento abbia effettivamente agevolato l’elaborato.

Richiamando l’art. 95 del R.D. 653/1925 e il D.Lgs. 62/2017, la sentenza sottolinea che il Ministero dell’Istruzione ha piena facoltà di stabilire regole chiare e sanzioni per gli esami di Stato, nell’interesse della correttezza e parità di trattamento tra candidati.



Regole ministeriali: divieto assoluto di dispositivi elettronici


Come ribadito anche nella nota ministeriale del 16 giugno 2025, è vietato l’uso di cellulari, smartphone, smartwatch, PC portatili, dispositivi a infrarossi o ultravioletti e qualsiasi strumento in grado di accedere a reti esterne durante le prove scritte. Le uniche eccezioni sono le calcolatrici scientifiche e grafiche autorizzate.

Internet è consentito solo fino alla stampa delle tracce e limitatamente ai computer usati da dirigenti o referenti. Al termine di tale fase, ogni connessione deve essere disattivata in tutte le aule.



Misure per studenti con disabilità e DSA


Il Ministero prevede modalità specifiche per studenti con disabilità o DSA: prove in formato Braille o cartaceo per studenti non vedenti, strumenti compensativi (come sintesi vocale) e tempi aggiuntivi per le prove scritte. Per gli studenti che seguono un percorso personalizzato sono previste prove orali sostitutive, con griglie adattate al PEI o PDP.



Possibile ricorso al Consiglio di Stato


La legale della famiglia ha annunciato l’intenzione di impugnare la sentenza al Consiglio di Stato, ritenendo la sanzione sproporzionata rispetto alla preparazione dimostrata dalla studentessa, e contestando presunti vizi di legittimità nel provvedimento.

La decisione del TAR conferma tuttavia l’orientamento prevalente: durante gli esami di Stato, il rispetto delle regole è inderogabile.

 
 
 

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