Immissioni in ruolo: caos in Lombardia. L’USR annulla la scelta delle province per errore tecnico. Coinvolti oltre 3.500 docenti.
- Debora De Patto
- 29 lug
- Tempo di lettura: 2 min
di Redazione

Grave disguido nelle operazioni di immissione in ruolo in Lombardia: l’Ufficio Scolastico Regionale ha annullato la procedura di scelta delle province per un errore tecnico nella determinazione dei posti disponibili.
La comunicazione, pubblicata nella tarda serata di venerdì 25 luglio, ha colto di sorpresa migliaia di docenti già in fase avanzata dell’assegnazione, costringendoli a ripetere l’intera procedura a pochi giorni dalle scadenze.
Secondo quanto indicato dall’USR Lombardia, l’anomalia è legata alla ripartizione del contingente di immissioni in ruolo comunicato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha reso necessario il riavvio del processo di scelta per tutte le classi di concorso coinvolte. In pratica, chi aveva già superato la Fase 1 – Turno 3, ovvero la selezione della sede, si è visto annullare l’intero iter e dovrà ripartire dalla scelta della provincia, da effettuare nuovamente entro i nuovi termini fissati dalla piattaforma ministeriale.
A essere coinvolti sono oltre 3.500 docenti in tutta la Lombardia, molti dei quali in attesa del ruolo da anni, dopo percorsi lunghi, complessi e spesso caratterizzati dalla precarietà.
La notizia ha suscitato forti reazioni, in particolare da parte delle organizzazioni sindacali.
Tra le voci più critiche quella della Cisl Scuola, che ha definito la situazione "inaccettabile" per l’impatto che sta generando su un numero così elevato di aspiranti al ruolo.
«Dopo settimane di attesa – dichiara il sindacato – i candidati si ritrovano improvvisamente a dover ripetere l’intera procedura, spesso senza nemmeno disporre dei mezzi tecnici o del tempo per farlo, considerando che siamo nel pieno del periodo estivo e molti sono in ferie».
Il problema, sottolinea la Cisl, non è solo organizzativo ma anche umano: «Parliamo di persone che avevano già effettuato scelte cruciali, talvolta tra più opzioni in virtù dell’idoneità in diversi concorsi, valutando attentamente dove stabilirsi e lavorare. Ora tutto viene rimesso in discussione senza alcuna responsabilità da parte loro».
Le criticità riguardano anche i tempi estremamente stretti previsti per la nuova procedura, con la preoccupazione che qualcuno possa non riuscire a completarla nei termini, perdendo così il ruolo a causa di un disservizio non imputabile ai candidati.
«Una comunicazione improvvisa e una piattaforma che non garantisce margini di flessibilità – afferma ancora la Cisl – non possono essere considerati strumenti adeguati per gestire procedure così delicate. Serve maggiore tutela, chiarezza e rispetto per i diritti di chi ha investito anni di studio, lavoro e sacrifici».
La vicenda rilancia inoltre il tema dell’efficienza amministrativa nella gestione del reclutamento scolastico. «È inaccettabile che l’amministrazione chieda ai cittadini di adattarsi a errori tecnici e scadenze imposte all’ultimo momento. È l’apparato pubblico che dovrebbe mettersi al servizio delle persone, non il contrario».
In attesa di una soluzione definitiva, i docenti interessati sono chiamati a ripetere l’intera procedura sulla piattaforma ministeriale, nella speranza che non si verifichino ulteriori criticità e che si possano garantire equità, trasparenza e tempi congrui a tutela di tutti.




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