top of page

Femminicidio, approvato il disegno di legge: la scuola diventa motore di cambiamento culturale

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 24 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

di De Patto Debora

ree

Il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce per la prima volta nel nostro ordinamento il reato autonomo di femminicidio. Con 161 voti favorevoli, il provvedimento prosegue ora il suo iter alla Camera. Non si tratta solo di un intervento penale: la nuova legge affida un ruolo centrale alla scuola, riconoscendole una funzione strategica nella prevenzione e nella trasformazione culturale della società.



La nuova norma: riconoscere e contrastare il femminicidio


Il testo legislativo codifica in modo esplicito il femminicidio come crimine distinto e aggravato, definendo la sua natura discriminatoria. Uccidere una donna in quanto donna, per esercitare dominio, possesso o per punire la libertà individuale, diventa un delitto specifico, punito con l’ergastolo. Accanto alla definizione giuridica, il legislatore rafforza l’intero impianto di tutela delle vittime, prevedendo misure cautelari più incisive, protezione nei percorsi giudiziari, e un ampliamento delle aggravanti per reati commessi in un contesto di violenza di genere.



Educare al rispetto: il coinvolgimento strutturale della scuola


Al centro della riforma c’è la convinzione che la prevenzione della violenza cominci dalla formazione. Per questo, la scuola viene chiamata a giocare un ruolo attivo e consapevole. Non si tratta più solo di promuovere iniziative occasionali: la legge propone una visione sistemica, in cui l’educazione al rispetto e alla parità di genere diventa parte integrante del percorso scolastico.



Percorsi educativi contro stereotipi e discriminazioni


Gli istituti scolastici, in piena autonomia didattica e organizzativa, saranno incentivati a promuovere attività rivolte a studenti e studentesse per sviluppare una consapevolezza critica su temi quali la violenza di genere, l’uguaglianza tra uomini e donne, il contrasto agli stereotipi, il rispetto dell’altro e la gestione non violenta dei conflitti. Questi contenuti saranno parte dei programmi di educazione civica, ma anche di progettazioni interdisciplinari che valorizzino il contributo di tutte le discipline.



Formazione del personale scolastico


Accanto al lavoro con gli studenti, la legge apre prospettive importanti anche per la formazione da parte di docenti, dirigenti, educatori. Verranno messe a disposizione nuove linee guida nazionali, orientate a una preparazione multidisciplinare su tematiche quali la violenza domestica, i diritti umani, la prevenzione della vittimizzazione secondaria e l’adozione di pratiche educative inclusive e rispettose delle differenze.



Collaborazione con i servizi e protezione degli studenti


Il sistema scolastico sarà inoltre chiamato a collaborare con i centri antiviolenza, le case rifugio e i servizi sociali territoriali, per la presa in carico di alunni e alunne vittime di violenza.Un aspetto particolarmente innovativo riguarda i minori: i ragazzi e le ragazze dai 14 anni in su potranno rivolgersi direttamente ai centri antiviolenza per chiedere aiuto e orientamento, senza necessità di autorizzazione da parte dei genitori. Questo rappresenta un passo concreto verso l’autodeterminazione e la protezione precoce dei soggetti più fragili.



Campagne di prevenzione nelle scuole


Il provvedimento prevede infine specifiche campagne di informazione e prevenzione nelle scuole secondarie, dedicate anche ai rischi connessi all’uso di sostanze e agli abusi a sfondo sessuale. L’obiettivo è rafforzare negli adolescenti la capacità di riconoscere i segnali di pericolo, difendersi da situazioni a rischio e sviluppare una cultura della legalità e del rispetto.



Una sfida culturale che parte dai banchi di scuola


La lotta al femminicidio non si vince solo con l’inasprimento delle pene. Serve un cambio di mentalità profondo, duraturo, che trasformi alla radice le relazioni tra uomini e donne. In questo processo, la scuola assume un ruolo insostituibile: è qui che si formano le coscienze, si costruiscono i valori, si educa al rispetto dell’altro.

Dirigenti scolastici, docenti e studenti non sono più spettatori o semplici destinatari di progetti esterni, ma protagonisti attivi di una strategia nazionale per contrastare la violenza e promuovere una cultura della non discriminazione.Una responsabilità educativa che diventa anche una sfida civile e democratica. E che può, davvero, cambiare il volto del nostro futuro.


 
 
 

Commenti


bottom of page