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Educazione sessuale a scuola: il disegno di legge Valditara impone l'obbligo di consenso informato. Vietati temi sulla sessualità alla primaria e all'infanzia.

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 9 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
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Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha promosso un disegno di legge che introduce nuove disposizioni sul tema del consenso informato in ambito scolastico, con riferimento alle attività didattiche che affrontano tematiche legate alla sessualità.


Secondo il provvedimento, saranno tenute a richiedere il consenso informato preventivo da parte dei genitori, oppure degli studenti stessi se maggiorenni, per partecipare a qualsiasi attività che riguardi tali argomenti.


Il consenso dovrà essere richiesto almeno sette giorni prima della data prevista per l'attività e dovrà indicare in modo chiaro e dettagliato:

  • gli obiettivi formativi ed educativi;

  • i contenuti trattati;

  • le modalità di svolgimento dell'attività;

  • l'eventuale coinvolgimento di esperti esterni, rappresentanti di enti o associazioni.


Il coinvolgimento di questi soggetti esterni sarà possibile solo previa approvazione del collegio dei docenti e del. consiglio di istituto. Sarà lo stesso collegio dei docenti a definire criteri precisi di selezione, basati su titoli, esperienza comprovata e coerenza con gli obiettivi formativi, oltre che sull'adeguatezza rispetto all'età e al grado di maturazione degli studenti.


In caso di mancata adesione da parte delle famiglie o da parte degli studenti stessi, sarà garantita la possibilità di attività formative alternative, già previste nel Piano Triennale dell'Offerta Formativa, in modo da rispettare la libertà educativa e il principio di inclusione.


infine, viene stabilito in modo chiaro che, per quanto riguarda la scuola dell'infanzia e la scuola primaria, non saranno previste attività didattiche o progettuali che abbiano per oggetto temi legati alla sessualità.


Il disegno di legge, approvato in Consiglio dei Ministri e ora all'esame in Parlamento, nasce dal timore che i giovani apprendano la sessualità dalla pornografia e con un click sul proprio cellulare, e dunque dalla necessità di proteggere i minori e garantire un'educazione informata e responsabile in materia.

 
 
 

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