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Consiglio di Stato rinvia il parere sulle nuove Indicazioni nazionali. Valditara: “Solo integrazioni tecniche”, “Parere non vincolante”.

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 22 set
  • Tempo di lettura: 2 min

di Redazione

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Il Consiglio di Stato, nella seduta del 9 settembre 2025, ha deciso di rinviare il parere sullo schema di regolamento delle nuove Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo. L’organo consultivo esprimerà la propria valutazione solo in una prossima seduta, quando avrà a disposizione un testo aggiornato che tenga conto – se il Ministro Valditara deciderà di recepirle – delle numerose osservazioni critiche sollevate sul documento governativo.



Le criticità principali


Al centro dei rilievi ci sono soprattutto le carenze dell’Analisi di Impatto della Regolamentazione (AIR), giudicata insufficiente: mancano dati concreti sulla scuola dell’infanzia, indicatori misurabili, confronti con le Indicazioni del 2012 e valutazioni sulle possibili alternative. Restano inoltre termini giudicati vaghi, come “dispersione digitale” o “glocale”, privi di definizioni chiare e riscontri oggettivi.

Sul piano delle risorse, il Consiglio di Stato sottolinea come non sia stata fornita una reale validazione della copertura finanziaria, pur in presenza della clausola di invarianza e del via libera della Ragioneria. Anche il regime transitorio viene ritenuto poco chiaro: il nuovo impianto dovrebbe entrare in vigore dal 2026/27 con una graduale applicazione, per arrivare a regime solo nel 2030/31, con l’anticipo dell’insegnamento della storia alle terze della primaria già dal 2027/28.



Il nodo del latino


Particolare attenzione è stata riservata all’introduzione del latino facoltativo nella secondaria di primo grado. L’ora settimanale prevista viene giudicata di difficile organizzazione e, soprattutto, rischiosa sul piano delle disuguaglianze: la possibilità di scegliere se frequentarla o meno potrebbe accentuare i divari tra studenti e creare problemi gestionali alle scuole.



Questioni di coerenza normativa e linguistica


Il Consiglio di Stato chiede inoltre un maggiore allineamento all’articolo 34 della Costituzione, che parla del diritto all’istruzione di “tutti” e non dei soli “cittadini”. Sono state segnalate, infine, numerose imprecisioni linguistiche, refusi e la necessità di una revisione formale del testo.



La replica del Ministro


Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ridimensiona la portata del rinvio: “Non è una bocciatura – sottolinea – ma una richiesta di integrazioni tecniche che accoglieremo nello spirito di collaborazione istituzionale. Il parere del Consiglio di Stato è consultivo e non vincolante”.



Ecco il parere del Consiglio di Stato del del 9 settembre 2025



 
 
 

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