Cacciari attacca il Ministro dell’Istruzione: “Valditara? Una sciagura. La scuola è in crisi profonda"
- Debora De Patto
- 12 lug
- Tempo di lettura: 2 min
di De Patto Debora

Il filosofo attacca duramente il Ministero dell’Istruzione:
“Danno regolette, ma educare è altro. Così affossano la scuola”
In occasione della presentazione del FestivalFilosofia 2025, il filosofo Massimo Cacciari ha lanciato un attacco frontale al Ministero dell’Istruzione e, in particolare, alla linea seguita dal ministro Giuseppe Valditara. Parole durissime, riportate anche da virgilio.it, in cui Cacciari non usa mezzi termini:
“È una sciagura. Il ministro dà regolette, ma l’educazione non è un fatto meccanico”.
La critica non si limita allo stile di gestione, ma colpisce al cuore la visione pedagogica dell’attuale sistema scolastico. “In viale Trastevere – afferma il filosofo – qualche saggio e pedagogista pensa che basti somministrare regole. Ma educare è tutt’altro: è un processo dinamico, interattivo. L’alunno è un soggetto attivo, che agisce sull’insegnante e non si limita a ricevere istruzioni”.
Una scuola in crisi sistemica
Cacciari denuncia una crisi radicale dell’intero sistema scolastico italiano: “Frustrazione e demotivazione sono diffuse anche tra gli insegnanti validi. La formazione dei docenti è vergognosa. Le scuole sono sovraccaricate da compiti burocratici. La didattica è l’ultima ruota del carro”.
Non manca una stoccata alla recente discussione sul latino alle medie: “In una situazione simile, parlare di latino sì o latino no è semplicemente indecente”.
Il filosofo punta il dito contro le Indicazioni nazionali, accusate di confermare vecchie formule senza un reale impatto migliorativo.
“I funzionari non conoscono la scuola reale”
Il giudizio più amaro arriva sulla classe dirigente del Ministero: “Alcuni funzionari non sanno di cosa parlano. Non conoscono la realtà della scuola, né quella dell’università. Servono riforme radicali per la formazione e la selezione dei docenti, per ridare centralità alla didattica e alleggerire le scuole da compiti che nulla hanno a che fare con l’educazione”.
Secondo Cacciari, senza una visione educativa profonda e partecipata, la scuola italiana rischia di perdere la propria funzione più nobile – formare cittadini consapevoli, critici e protagonisti.




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