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Bullismo e cyberbullismo: nuove misure operative, 1,5 milioni di euro e un piano triennale per proteggere i minori

  • Immagine del redattore: Debora De Patto
    Debora De Patto
  • 11 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

di De Patto Debora

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo per il contrasto e la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, dando attuazione alla delega prevista dalla Legge n. 70 del 17 maggio 2024. Il provvedimento introduce un approccio coordinato e multidisciplinare che coinvolge scuole, famiglie, istituzioni e forze dell’ordine, con l’obiettivo di garantire una tutela più efficace dei minori.



Un fenomeno in crescita tra preadolescenti e adolescenti


I dati allegati al decreto confermano una diffusione significativa del fenomeno, soprattutto tra i più giovani. Il bullismo tradizionale colpisce quasi un quinto degli 11enni, con percentuali simili tra maschi e femmine, e diminuisce con l’età pur restando rilevante anche tra i 15enni. Il cyberbullismo presenta incidenze ancora più elevate, in particolare tra le ragazze: il 21,1% delle 11enni contro il 17,2% dei coetanei maschi. La Polizia Postale ha registrato nel 2024 un aumento del 12% dei casi, con 319 episodi segnalati, concentrati per il 70% nella fascia 14–17 anni.



Servizio 114 potenziato e monitoraggio nazionale


Il cuore operativo del decreto è il rafforzamento del numero di emergenza “114”, attivo 24 ore su 24, che riceverà un finanziamento triennale di 1,5 milioni di euro. Il servizio sarà arricchito con strumenti tecnologici come la geolocalizzazione dell’utente (previo consenso) e sistemi di messaggistica istantanea, sempre nel rispetto della privacy. È previsto inoltre un monitoraggio biennale a cura dell’ISTAT, con la prima relazione attesa entro fine 2026, e la trasmissione annuale di dati aggregati dal Dipartimento per le politiche della famiglia al Ministero dell’Istruzione per orientare interventi mirati.



Responsabilità genitoriale e campagne di sensibilizzazione


Una novità di rilievo riguarda i contratti con i fornitori di servizi internet, che dovranno riportare esplicitamente l’articolo 2048 del Codice Civile sulla responsabilità dei genitori per i danni causati online dai figli minori. Il decreto destina inoltre 150.000 euro l’anno, più 143.771 euro aggiuntivi per il 2025, a campagne informative e iniziative di prevenzione rivolte a scuole e media.



La “scatola delle emozioni”


Accanto agli interventi istituzionali, si diffondono nelle scuole iniziative spontanee come la “scatola del bisogno” o “scatola delle emozioni”: semplici contenitori in cui gli studenti possono inserire messaggi, anonimi o firmati, per esprimere paure, richieste o proposte. Nata dall’idea di una docente con trent’anni di esperienza, questa pratica ha permesso di intercettare casi di bullismo, difficoltà relazionali e situazioni familiari complesse. Alcuni insegnanti leggono e discutono i messaggi in classe, distinguendo tra quelli pubblici e privati, trasformandoli in momenti di ascolto e condivisione.



Efficacia e limiti del metodo


Nonostante l’apprezzamento di molti docenti, il metodo solleva questioni critiche: senza un adeguato follow-up, le segnalazioni più gravi rischiano di rimanere senza risposta. Inoltre, il ruolo dell’insegnante potrebbe spingersi oltre le competenze pedagogiche, avvicinandosi a funzioni di supporto psicologico per le quali non sempre vi è formazione adeguata. Per essere davvero efficace, la “scatola” dovrebbe essere integrata in percorsi strutturati, con collegamenti a sportelli d’ascolto, protocolli di intervento e risorse professionali.

La sfida, dunque, è unire l’immediatezza e la vicinanza di strumenti semplici con l’efficacia di un sistema di protezione organizzato, capace di ascoltare e agire in modo tempestivo. Solo così le buone pratiche scolastiche potranno trasformarsi in soluzioni durature contro il disagio giovanile.


 
 
 

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